Casa smart, certamente più confortevole, ma anche sicura?

L’ampia diffusione di impianti intelligenti e di dispositivi smart ha generato numerosi dibattiti in merito alla loro efficienza e al loro impiego. In questa trattazione affronterò un tema che preoccupa chiunque consideri la possibilità di utilizzare i suddetti dispositivi: la loro “sicurezza”.
Spero di fornirvi validi spunti di riflessione relativi alla seguente domanda:
“Siamo davvero protetti da eventuali attacchi informatici? Gli arnesi del ladro che nell’immaginario collettivo, forzano le serrature delle nostre case, potranno davvero essere sostituiti da un semplice dispositivo digitale come un comunissimo smartphone?”

hacking
Ladro nell’era del digitale – Fonte: Pixabay

L’IoT ha permesso di trasformare i diversi dispositivi che utilizziamo nella nostra quotidianità, da “stupidi” oggetti funzionanti grazie ad un cavo elettrico, in “intelligenti” apparati informatici in grado di dialogare con la rete e governabili da cellulari e computer. Il processo di trasformazione digitale ha apportato evidenti benefici nella nostra vita, ma anche nuovi rischi!

Per dimostrare la vulnerabilità dei dispositivi informatici, nel 2017, un’azienda con sede nel Regno Unito ha effettuato un esperimento chiamato “Haunted House” nel quale è stata simulata una “Casa Virtuale”, contenete i diversi dispositivi adottabili da una comune famiglia media. I risultati dell’esperimento hanno evidenziato un rilevante numero di attacchi da parte degli hacker, anche se nessuno andato a buon fine, e dimostrato quindi, una reale possibilità di rischio!

Rete Intelligente – Fonte: Pixabay

La letteratura sul tema racconta numerosi fatti di cronaca relativi alla vulnerabilità dei sistemi, ne riporto due a titolo esemplificativo: l’attacco al Seehotel Jagerwit in Austria e quello in una casa dell’Ohio.

Il primo episodio, avvenuto il 22 Gennaio del 2017, ha coinvolto numerosi clienti dell’hotel che si sono trovati impossibilitati ad uscire dalle loro stanze, in quanto il sistema informatico di chiusura delle porte era stato infettato da un attacco ransomware.

Il secondo è avvenuto negli Stati uniti nel 2014: un hacker è riuscito ad accedere a un baby monitor (dispositivo che, tramite il collegamento ad internet consente ai genitori la vigilanza a distanza dei propri figli) e a comunicare con l’infante clandestinamente.

Hacker
Hacker – Fonte Pixabay

Negare la realtà o viverla?

Come già accennato sopra, le opinioni sul tema sono contrastanti; c’è chi auspica un più incisivo utilizzo della tecnologia e propende per un ottimizzazione della stessa e chi, invece, propone il suo non utilizzo soprattutto in quei settori in cui potrebbe essere compromessa la sicurezza delle persone.

Ritengo che nonostante la legittimità delle paure, che trovano la loro origine nella rapida e vasta propagazione del fenomeno, sia però inopportuno pensare di eliminarle rinunciando alle opportunità che il progresso tecnologico può offrirci. Proprio in quanto fenomeno “inarrestabile”, sono convinto che esso debba essere meglio conosciuto e reso più sicuro.

Numerosi sono i suggerimenti forniti dalle organizzazioni che si occupano di sicurezza, ve ne propongo alcuni a mio parere semplici ma importantissimi:

  • Uso adeguato delle password: molti rischi potrebbero essere evitati con l’utilizzo di password sicure e con un aggiornamento periodico di esse.
  • Aggiornamenti software e firmware: gli hacker vanno a sfruttare falle presenti nei software, è quindi estremamente importante eseguire gli aggiornamenti che, periodicamente, le software house e i produttori rilasciano.
  • Utilizzo di servizi VPN: per una maggiore sicurezza potrebbe essere utile l’utilizzo di VPN, questo renderebbe più difficile intercettare le comunicazioni e anche gli indirizzi IP dei dispositivi utilizzati.

Con l’utilizzo di queste semplici strategie i rischi si riducono notevolmente; ciò ci permette di usufruire, con maggior serenità, dei vantaggi forniti da un impianto intelligente .

Marco